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Tumore del pancreas

Tumore del pancreas

Il carcinoma del pancreas esocrino è una neoplasia particolarmente aggressiva la cui incidenza annua, aumentata progressivamente nelle nazioni industrializzate, è di 9 casi ogni 100 mila abitanti. Nel 95 per cento dei casi origina dalle cellule che rivestono i dotti escretori (cellule duttali). Compare prevalentemente a carico della testa-processo uncinato del pancreas (60-70 per cento dei casi) ma può interessare anche l’istmo o il corpo-coda.

Quando un tumore pancreatico cresce, può invadere organi vicini, come il dotto biliare, l’intestino o lo stomaco. Può anche spostarsi nei vasi sanguigni vicini e le cellule tumorali possono staccarsi e diffondersi ai linfonodi, al fegato, al peritoneo o altrove nel corpo.

I diversi tipi di tumori del pancreas non hanno lo stesso grado di aggressività e il trattamento, nonché le possibilità di cura, variano significativamente in base alla tipologia e allo stadio della malattia; per tale motivo è importante rivolgersi a centri specializzati nella diagnostica e nella cura di tali neoplasie.

Prevenzione

Per prevenire il carcinoma del pancreas si può innanzi tutto adottare uno stile di vita sano e ridurre l’esposizione ai fattori di rischio quali fumo di sigaretta, elevato consumo giornaliero di caffè, alcol e diete ricche di carne e grassi.

Alla base della malattia vi sono, inoltre, alcune patologie come la pancreatite cronica, la calcolosi della colecisti, l’obesità e il diabete non insulino-dipendente. Più esposte di altre sono poi alcune categorie professionali tra cui chimici, garagisti, addetti a distributori di benzina, soggetti esposti a benzidina e benziladenina.

Le persone che hanno altri casi di tumore del pancreas in famiglia possono sottoporsi a controlli periodici sulla funzionalità del pancreas dal momento che familiarità e fattori ereditari sono presenti in circa il 10 per cento dei pazienti con carcinoma pancreatico.

Sintomi

In stadio precoce, il carcinoma del pancreas è asintomatico o causa solo sintomi aspecifici.
Sintomi più chiari compaiono quando il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. Questi sintomi comprendono: il calo di peso, l’anoressia, il dolore epigastrico irradiato al dorso, l’ittero (colorazione gialla della pelle e delle sclere dell’occhio), astenia (riduzione della forza muscolare), nausea e vomito.
Anche l’insorgenza o il rapido peggioramento di un diabete in soggetti adulti, in assenza di fattori predisponenti quali familiarità e obesità, deve indurre a eseguire un’accurata esplorazione morfologica del pancreas.

Diagnosi

Qualora i sintomi facciano sospettare la presenza di un carcinoma pancreatico vi sono diversi esami strumentali che possono essere eseguiti per confermare la diagnosi: ecografia, tomografia assiale computerizzata (TAC), risonanza magnetica nucleare (RMN), ecoendoscopia (per dirimere con ragionevole certezza i casi che TAC e RMN non hanno consentito di definire), colangiopancreatografia retrograda endoscopica (spesso sostituita dalla RMN, mentre rimane attuale l’uso terapeutico), PET/TAC (per lo più utilizzata nel follow-up dei pazienti resecati per individuare precocemente la sede e l’estensione dell’eventuale recidiva).

Presso la UOC Chirurgia oncologica delle vie digestive dello IOV gli specialisti che prendono in cura il paziente eseguono, oltre a un’accurata valutazione clinica, un’attenta revisione dell’eventuale documentazione in possesso del paziente (immagini radiologiche, referti istologici, ecc), la quale viene discussa collegialmente con gli specialisti radiologi e patologi. In considerazione del fatto che la diagnosi di neoplasia pancreatica e la definizione del tipo di neoplasia non sono sempre agevoli, gli specialisti possono chiedere ulteriori accertamenti da eseguirsi presso i servizi dedicati dell’Istituto Oncologico Veneto.

Cura

Una piccola percentuale di carcinoma del pancreas viene identificata quando il tumore è ancora localizzato e può dunque essere asportato chirurgicamente. Il trattamento chirurgico delle neoplasie pancreatiche rappresenta a tutt’oggi l’opzione terapeutica con le maggiori probabilità curative, benché rappresenti una chirurgia ad elevata complessità tecnica e con una percentuale non trascurabile di complicanze anche gravi. La UOC Chirurgia oncologica delle vie digestive esegue il trattamento chirurgico di tutte le tipologie di neoplasia pancreatica, sia con approccio tradizionale “open” sia con tecniche mini-invasive. La tipologia di intervento, nonché l’estensione delle resezioni ed il tipo di approccio variano in base alla neoplasia da trattare, alla sede ed alle condizioni del paziente; in sede di colloquio gli specialisti presenteranno al paziente le opzioni chirurgiche più idonee al trattamento del proprio caso, nonché i rischi e le possibili complicanze dei diversi interventi.

L’esito dell’esame istologico permette di valutare il rischio di ricaduta e, in base a questo, l’utilità di un trattamento post-operatorio. A seguito dell’intervento chirurgico resettivo, o qualora questo non fosse eseguibile in prima battuta (neoplasie localmente avanzate o metastatiche), dopo valutazione multidisciplinare con oncologi medici e radioterapisti, può dunque essere proposta una terapia ablativa, chemioterapica o radioterapica (o una combinazione di queste) secondo i più moderni protocolli e in linea con le ultime evidenze scientifiche e le ultime linee guida nazionali ed internazionali. La terapia di prima scelta ad intento “adiuvante” (riduzione del rischio di ricaduta) è costituita dalla combinazione tra gemcitabina e capecitabina, risultata superiore rispetto alla sola monoterapia in un recente studio; la sola gemcitabina rimane comunque una possibilità nei pazienti che non possono ricevere la combinazione.

In alcuni casi, inoltre, può essere necessario un trattamento chirurgico palliativo per risolvere alcuni sintomi della malattia (occlusione intestinale, vomito, ittero) e migliorare la qualità di vita del paziente. Circa l’80 per cento dei pazienti con carcinoma pancreatico giunge all’osservazione quando la malattia è già in fase avanzata e quindi non suscettibile d’intervento chirurgico con intento radicale. Spesso questi pazienti presentano problemi di stenosi (cioè un restringimento) delle vie biliari e/o del duodeno, che richiedono comunque una soluzione chirurgica per la quale esistono diverse opzioni, anche poco invasive.

Per i tumori inoperabili il trattamento prevede il ricorso alla chemioterapia, possibilmente di combinazione (schemi a base di fluoropirimidine o di gemcitabina) associata in alcuni casi alla radioterapia.

Il tumore del pancreas si colloca ancora purtroppo tra quelli con scarse possibilità di risposta ai trattamenti medici, per questo la possibilità di valutare nuovi farmaci attraverso studi clinici sperimentali controllati è una opzione di fondamentale importanza.

Follow up

Nei pazienti sottoposti a trattamento curativo il follow up periodico ha lo scopo di identificare precocemente le recidive, in particolare quelle che possono ancora essere suscettibili di trattamento radicale, e di monitorare lo stato nutrizionale del paziente.
I controlli includono esame clinico, comprensivo del peso corporeo, esami ematochimici, biomarcatori tumorali ed esami strumentali con periodicità stabilita dal curante sulla base dello stadio della malattia, dei trattamenti eseguiti e dell’eventuale sintomatologia del paziente.

Sorveglianza nutrizionale

Il tumore del pancreas è uno dei tumori che più frequentemente si associano a malnutrizione, con ripercussioni sulla qualità di vita e sulla risposta ai trattamenti. È necessario quindi associare all’iter diagnostico-terapeutico anche una valutazione nutrizionale con eventuale adeguato intervento di counseling o di supplementazione/integrazione. A tale scopo è presente in Istituto un ambulatorio dedicato.

Cure simultanee

Nella malattia avanzata, l’attivazione precoce delle cure simultanee permette una gestione multidimensionale e multidisciplinare (tra oncologo, nutrizionista, palliativista e psicologo), per la gestione dei sintomi e l’individuazione dei bisogni del paziente e della famiglia in un’ottica di continuum terapeutico nei vari setting assistenziali (ambulatorio, day-hospital o reparti di degenza, hospice e cure palliative domiciliari) e nelle varie fasi evolutive della malattia.

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