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L’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO (IOV) – IRCCS A SUPERQUARK

L’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO (IOV) – IRCCS A SUPERQUARK
Comunicati stampa, Istituzionali, Ricerca

Sarà dedicato all’Istituto Oncologico Veneto (IOV) – IRCCS il servizio di approfondimento sulle tematiche mediche della puntata di Superquark in onda su RaiUno mercoledì 19 agosto 2016 alle ore 21.30.

Le telecamere della nota trasmissione televisiva di divulgazione scientifica condotta da Piero Angela porteranno gli spettatori di tutta Italia nel CTC-lab – il nuovo laboratorio per lo studio delle Cellule Tumorali Circolanti (CTC) che lo IOV ha allestito alla Torre della Ricerca della Fondazione Città della Speranza – per parlare di uno studio che promette di svelare meccanismi molecolari ancora sconosciuti delle metastasi. Con l’obiettivo di far fare un salto di qualità alle terapie.

Il problema principale del tumore oggi è la metastasi: quando il tumore, apparentemente debellato, ricompare in altre parti del corpo. Tentare di sconfiggere le metastasi, magari scovandole e bloccandole prima che diventino visibili, è dunque una delle sfide più attuali e affascinanti per medici e ricercatori. Ed è proprio quello che sta facendo con la sua indagine sulle CTC la protagonista del servizio, la dott.ssa Rita Zamarchi, ricercatrice della U.O.C. Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica dello IOV e responsabile del CTC-lab.

Le CTC rappresentano il collegamento tra il timore primitivo e le sue metastasi: riuscire a individuarle e bloccarle significa aumentare la possibilità di fermare definitivamente la malattia. Le CTC, infatti, possono aiutare i ricercatori a capire quali strategie il tumore pensa di usare per aggirare i sistemi di difesa del nostro  organismo, permettendo di scegliere di volta in volta i farmaci giusti e più efficaci.

Il “problema” delle CTC è il loro numero assai ridotto: appena poche unità per millilitro di sangue. Osservate per la prima volta nel 1869, ancora oggi i metodi utilizzati per rintracciarle presentano grossi limiti, al punto che la dott.ssa Zamarchi, forte delle evidenze di alcuni studi, ipotizza l’esistenza di CTC che finora non sono state considerate. Per trovarle, la ricercatrice dell’IRCCS padovano sta conducendo una sperimentazione che sviluppa una semplice intuizione del professore olandese Leon Terstappen, “inventore” del metodo per contare le CTC: se le CTC sono rare, per trovarne di più basta aumentare il volume di sangue analizzato, oggi pari a campioni di pochi millilitri.

Per realizzare questa nuova procedura, chiamata CTCtrap, ossia “trappola per CTC”, si sono messi insieme ben undici partner tra piccole e medie imprese, università e centri di ricerca dell’Olanda, Inghilterra, Francia, Estonia e Germania, Ungheria e Italia. La procedura promette di riuscire a trovare una buona metà delle CTC in circolo nel corpo di un paziente utilizzando la leucaferesi, ossia un filtraggio del sangue periferico attraverso un sistema di circolazione extracorporea. In 90 minuti, 2 litri e mezzo del sangue di un adulto (cioè la metà circa) vengono passati al setaccio, in tutta sicurezza per il paziente, a caccia di cellule tumorali.

L’Istituto Oncologico Veneto è impegnato da tempo in quest’ambito di ricerca, essendo leader nazionale nell’utilizzo del test diagnostico CellSearch per lo studio della presenza di cellule tumorali nel sangue periferico. Acquisita dieci anni fa, la piattaforma CellSearch, unica nel Nord-Est d’Italia, ha permesso al CTC-lab dello IOV di entrare in importanti consorzi internazionali, come quello al lavoro sulla CTCtrap, finanziati dalla Comunità Europea.

«Grazie alla procedura CTCtrap – spiega Rita Zamarchi – possiamo finalmente raccogliere molte più cellule tumorali. Se in 7,5 ml di sangue periferico troviamo 5 CTC, in 2,5 litri ci aspettiamo di trovarne poco più di 1500… un bel salto. Soprattutto perché le CTC, come il tumore da cui derivano, sono di molti tipi diversi. “Interrogare” quelle che si trovano nel sangue periferico, che sono poi quelle tra le quali si nascondono le responsabili della metastasi, potrebbe svelarci come fermare la progressione della malattia!».

Quando sarà completata la sperimentazione, la CTCtrap potrà essere utilizzata per le persone che hanno una malattia in stadio avanzato, consentendo di aggredire la metastasi nel più breve tempo possibile. I ricercatori si aspettano che gli studi sulle CTC portino anche ad altri progressi, come capire se una metastasi si svilupperà prima ancora che questa sia rilevabile con le indagini radiologiche. E ancora più in là, ma in un futuro non così lontano, la speranza è di riuscire a individuare, grazie alle CTC, magari attraverso un semplice esame del sangue, anche il tumore primitivo prima ancora che sia rilevabile con le indagini radiologiche.

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