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TUMORI IN VENETO: LE CIFRE NEL RAPPORTO “I NUMERI DEL CANCRO 2016” PUBBLICATO DALL’AIOM

TUMORI IN VENETO: LE CIFRE NEL RAPPORTO “I NUMERI DEL CANCRO 2016” PUBBLICATO DALL’AIOM
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L’Istituto Oncologico Veneto in prima fila nella battaglia contro il big killer

Sono stati presentati ieri al Ministero della Salute i “Numeri del Cancro 2016”, pubblicazione annuale dell’Associazione Italiana Oncologia Medica, che sintetizza l’andamento del big killer nel nostro Paese.
Lo studio Aiom da un lato ha evidenziato che le nuove diagnosi di forme tumorali sono annualmente circa 365mila (1000 al giorno) e che la popolazione femminile (soprattutto per ciò che riguarda il cancro ai polmoni) è quella più soggetta, mentre si registra una leggera flessione dell’incidenza delle varie forme neoplastiche nella popolazione maschile.

Anche un dato positivo è stato evidenziato dalla ricerca degli oncologi italiani: il trend di mortalità da cancro è in decisa flessione nel nostro Paese, portando ormai a oltre 3milioni di persone la popolazione vivente a cui è stata diagnosticata una forma tumorale, con oltre 700mila persone da considerarsi a tutti gli effetti guarite. Alla illustrazione dei dati era presente Umberto Basso (coordinatore regionale AIOM per il Veneto e oncologo dello IOV), che ha così commentato il documento: «L’elemento più rilevante tra quelli presentati è che i dati di mortalità riferiti al 2013 mostrano un trend in diminuzione numerica a testimonianza che i programmi di screening e diagnosi precoce, congiunti al miglioramento dei trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici, aumentano le speranze di vita dei pazienti con diagnosi di tumore».

Il Veneto come si inserisce nel quadro complessivo nazionale? Nella nostra regione le persone con pregressa diagnosi di tumore sono (a tutto il 2015) 280.871, con numeri importanti riguardanti il cancro alla mammella (oltre 66mila), alla prostata (41mila), ed al colon-retto (circa 39mila soggetti). «Il territorio veneto, dato valido anche per le altre regioni del Nord, mostra un’incidenza dei tumori più alta rispetto al centro-sud del Paese – è il commento di Basso – tutto questo in ragione alla maggior diffusione del consumo di alcool ed a vari fattori alimentari. Però c’è anche da sottolineare che i tassi di sopravvivenza al Nord sono superiori in relazione ad una maggiore accessibilità a protocolli di cura moderni ed efficaci. Inoltre non dobbiamo dimenticare, più in generale, che i tassi di sopravvivenza nazionali sono decisamente superiori alla media europea, a dimostrazione che la sanità italiana rimane di altissimo livello nonostante i continui tagli di budget».

E il futuro? Le stime indicano che per il solo 2016 il Veneto deve attendersi circa 900 nuove diagnosi di tumori allo stomaco, 4,500 al tratto colon-rettale, 3,300 al polmone, 1.500 melanomi, 4,400 alla mammella, 200 alla cervice uterina, 2,900 alla prostata, per un totale di 16,300 nuove diagnosi nella popolazione femminile e 15,100 nella popolazione maschile.
Cosa si può fare per frenare l’avanzata del big killer? Risponde Vittorina Zagonel, Direttore di Oncologia Medica 1 presso l’Istituto Oncologico Veneto: «Occorre non stancarsi mai di sottolineare l’importanza della prevenzione per i tumori per i quali esistono dati di efficacia, che sono il tumore della cervice-uterina, della mammella e del colon e del retto. Mi sento poi di ribadire l’importanza delle campagne per l’invito all’abolizione del fumo, specie nei giovani, ed alla limitazione dell’uso di alcool, oltre che per promuovere nella popolazione stili di vita sani, con una attività fisica quotidiana costante, controllo del peso, e una alimentazione ricca di frutta e verdura, e che limiti il consumo delle carni rosse e dei grassi animali». Inoltre, prosegue l’oncologa, «dal punto di vista degli screening il Veneto è tra le regioni più virtuose, ma rimane scoperta una certa quota di popolazione, soprattutto per il tumore del colon e del retto: tutto ciò indica la necessità di proseguire nell’informazione alla popolazione sulla importanza della prevenzione primaria e della diagnosi precoce di questo tipo di tumore che è la seconda causa di morte sia negli uomini che nelle donne».
Spostandoci poi sui temi della ricerca e sperimentazione: cosa si sta facendo nella nostra regione? «L’immunoterapia è oggi la terapia più promettente in ambito oncologico – conclude Zagonel – In questo senso lo IOV ha già in atto protocolli di terapia innovativi con farmaci immunoterapici per diversi tipi di tumore. Inoltre è di recente partito un ampio progetto di ricerca tra ricercatori di base e clinici, per meglio conoscere le caratteristiche immunologiche del tumore e le modalità di risposta ai farmaci. Siamo insomma anche nella nostra Regione in prima fila contro il big-killer».

Conclude Patrizia Simionato, direttore generale dell’Istituto Oncologico Veneto: «Lo IOV sta svolgendo un suo ruolo di assoluto rilievo in Veneto sia nella cura, che nella promozione di prevenzione e di cultura di nuova salute. Speriamo quindi che i dati AIOM del prossimo anno certifichino ulteriori miglioramenti rispetto a quelli già positivi mostrati quest’anno in termini di sopravvivenza e guarigione. E confermiamo poi che oltre a ricerca e sperimentazione, lo IOV è in prima fila per ciò che riguarda l’umanizzazione delle cure, un fattore qualitativo che a volte le sintesi numeriche non riescono ed esprimere».

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