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IL “CEDRO D’ORO” DELLA FAVO ALLA DOTT.SSA VITTORINA ZAGONEL

IL “CEDRO D’ORO” DELLA FAVO ALLA DOTT.SSA VITTORINA ZAGONEL
Comunicati stampa, Istituzionali

Domenica 15 maggio si celebra l’XI Giornata nazionale del malato oncologico. L’iniziativa rappresenta il cuore dell’attività della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) e assume quest’anno, per l’Istituto Oncologico Veneto, i suoi professionisti e i suoi utenti, un valore del tutto speciale. La dott.ssa Vittorina Zagonel, direttore dell’Oncologia Medica 1 e del Dipartimento di Oncologia Clinica e Sperimentale, verrà infatti premiata a Roma con il “Cedro d’oro”, il simbolo della Giornata, che la FAVO consegna ogni anno a personalità del mondo istituzionale, accademico, imprenditoriale e del volontariato come riconoscimento per le alte benemerenze acquisite in campo oncologico.

“Oncologa sensibile e lungimirante, da sempre amica del volontariato oncologico, intelligente interprete e sostenitrice della centralità del malato e della sua presa in carico globale” si legge sulla targa che accompagna il premio conferito alla dott.ssa Zagonel, primo oncologo a ricevere il “Cedro d’oro”: «Circostanza, questa, che mi onora in modo particolare perché significa che la scelta è caduta sulla persona prima ancora che sul medico» commenta la dott.ssa Zagonel.

La motivazione alla base del riconoscimento riassume un concetto, centrale nella moderna oncologia, di cui la  dott.ssa Zagonel è sempre stata una convinta sostenitrice e promotrice: la persona viene prima del cancro.

«Affinché un paziente possa sentirsi una persona prima ancora che un malato – spiega la dott.ssa Zagonel – occorre costruire intorno a lui un progetto di presa in carico globale, volto a ricercare, per lui e i suoi cari, la migliore qualità di vita». Quest’ultima è un concetto molto soggettivo poiché chiama in causa bisogni fisici, spirituali, psicologici e sociali. Per garantirla, all’Istituto Oncologico Veneto la dott.ssa Zagonel ha strutturato percorsi di cure simultanee che, oltre al medico oncologo, coinvolgono, secondo un approccio multidimensionale e multidisciplinare, specialisti palliativisti, nutrizionisti e psico-oncologi. Sono attivi, inoltre, il punto informativo dell’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMAC), l’ambulatorio di osteo-oncologia, protocolli di coordinamento ospedale-territorio e, soprattutto, la cartella clinica informatizzata, che permette ai curanti di condividere rapidamente le informazioni sul paziente.

Grazie a queste innovazioni, nel 2012 l’Oncologia Medica 1 è stata certificata quale centro di integrazione tra le terapie oncologiche e le cure palliative (cure simultanee) dalla Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), certificazione estesa, nel 2015, a tutto il dipartimento di  Oncologia Clinica e Sperimentale, diretto anch’esso dalla dott.ssa Zagonel.

«Mettere al centro il paziente – prosegue la dott.ssa Zagonel – significa fare in modo che egli possa vedere la malattia non come una sfortuna, ma come un’opportunità per prendere coscienza di sé e della propria vita, riscoprendo i valori più importanti e le relazioni più vere. Per renderlo possibile, è necessario che chi è coinvolto nella presa in carico del paziente sappia anticipare i suoi bisogni, connessi all’evoluzione della malattia». Ciò presuppone di sostituire il rapporto professionista-utente con un rapporto tra persone che stanno condividendo un tratto di cammino: «Il primo atto della terapia non è prescrivere farmaci, ma stabilire con ogni singolo paziente una relazione di cura unica e individuale, che porti alla progressiva e reciproca conoscenza e condivisione dello sviluppo della malattia e delle scelte conseguenti. Un approccio così empatico richiede al medico molta fatica sul piano personale, ma per il paziente è la cosa più importante ed è ciò che cerco di trasmettere ai colleghi più giovani».

«Sono grata all’Istituto Oncologico Veneto per quanto mi ha permesso di realizzare sul fronte della presa in carico globale del paziente – conclude la dott.ssa Zagonel – Del resto, quando, nel 2009, sono arrivata allo IOV, ho trovato un ambiente molto sensibile a questo tema e personale assai disponibile nei confronti dei pazienti. Il mio auspicio è che anche in futuro si prosegua su questa strada, perché, a dispetto dei progressi scientifici, non basta curare e guarire il cancro: serve, in primo luogo, curare e guarire le persone».

Vittorina Zagonel è, dal 2009, Direttore dell’Oncologia Medica 1 e del Dipartimento di Oncologia  Clinica e Sperimentale dell’Istituto Oncologico Veneto. Dal 2014 è membro del Consiglio Superiore di Sanità. È stata Direttore dell’UOC di Oncologia e del Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale “San Giovanni Calibita” Fatebenefratelli di Roma; Membro della Commissione Oncologica Nazionale; Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), coordinando a livello nazionale un gruppo di lavoro sull’umanizzazione e organizzazione e una task force sule cure palliative in oncologia”; Membro del comitato etico dell’ospedale “San Giovanni Calibita” di Roma; Membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Vaticana “spes viva”, a favore dei malati oncologici.

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