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ASCO: CARCINOMA MAMMARIO E MELANOMA, LE PRESENTAZIONI IOV ALL’AVANGUARDIA INTERNAZIONALE DELL’ONCOLOGIA

ASCO: CARCINOMA MAMMARIO E MELANOMA, LE PRESENTAZIONI IOV ALL’AVANGUARDIA INTERNAZIONALE DELL’ONCOLOGIA
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Nell’ultima giornata del più importante meeting internazionale dedicato ai nuovi risultati dell’oncologia, ASCO (Chicago, 1-5 maggio), due specialiste dello IOV, Valentina Guarneri e Vanna Chiarion Sileni sono state tra le protagoniste delle comunicazioni sul carcinoma mammario e sul melanoma. Ecco i contenuti presentati.

Carcinoma mammario: Valentina Guarneri, in certi casi si può fare a meno della chemioterapia

All’Asco si è parlato oggi di de-escalation del trattamento chemioterapico, in pratica di possibilità di riduzione del trattamento raggiungendo però gli stessi risultati di un trattamento completo, adattando la terapia al profilo individuale del singolo paziente. Il tema – delicato e da maneggiare con cura – è stato presentato a Chicago grazie allo studio PERELISA firmato da Valentina Guarneri (Oncologia medica 2, IOV), Pierfranco Conte (Direttore oncologia medica 2, IOV) e Maria Vittoria Dieci (Oncologia medica 2, IOV). I risultati dello studio sviluppato dallo IOV – condotto su 64 pazienti con tumore al seno HER2+ e positive ai recettori ormonali, di età compresa tra i 60 e i 66 anni – sono stati presentati di fronte a oltre seimila oncologi nella sessione “breast cancer” da Valentina Guarneri che ha ricordato che il carcinoma HER2 positivo è una forma aggressiva della neoplasia mammaria che colpisce ad oggi il 15-20% delle pazienti. Lo studio condotto dallo IOV (De-escalated treatment with trastuzumab-pertuzumab-letrozole in patients with HR+/HER2+ operable breast cancer with Ki67 response after 2weeks letrozole: final results of the PerELISA neoadjuvant study) ha cercato di comprendere se si può contenere e fermare l’espansione del tumore utilizzando i farmaci ormonali anti- HER2 e facendo a meno della chemioterapia.

Le pazienti coinvolte nello studio hanno ricevuto per due settimane la sola terapia ormonale: «Nelle pazienti in cui abbiamo osservato un calo della proliferazione neoplastica – ha affermato Guarneri – abbiamo effettuato una terapia con pertuzumab-trastuzumab mentre nelle pazienti in cui la proliferazione tumorale non è stata arrestata abbiamo proseguito con le terapie standard». Lo studio ha dimostrato che la percentuale di risposta positiva nelle pazienti anche senza chemioterapia è stata del 20%, con scomparsa del tumore sia nella mammella che nei linfonodi, un risultato che permette di affermare che in certi casi si può avere risposta completa senza chemio. La conclusione di Valentina Guarneri è stata chiara: «Il risultato dello studio ci conforta nell’ipotesi di raggiungere, per un numero di pazienti ben selezionato, la cronicizzazione della malattia metastatica, con farmaci in grado di ridurre gli effetti collaterali assicurando una buona qualità della vita».

Melanoma, Vanna Chiarion Sileni: lo IOV sempre presente negli studi d’avanguardia

L’ASCO ha visto oggi anche la presentazione di alcuni studi nei quali l’unità Melanoma dello IOV è stato ben presente e protagonista. In particolare lo IOV ha contribuito allo studio COLUMBUS che ha sperimentato lo sviluppo di una nuova combinazione di terapia target con anti BRAF (encorafenib) e anti MEK (binimeinib). I risultati dello studio in fase 3 ha dimostrato di aumentare la mediana di sopravvivenza di pazienti metastatici con mutazione di BRAF, portandola a oltre 33 mesi, il valore più alto osservato per una neoplasia che purtroppo sino ad ora non lasciava molte speranze di vita. «Il profilo di tossicità di questa nuova combinazione è molto favorevole rispetto alle soluzioni già disponibili – ha detto Vanna Chiarion Sileni, responsabile della struttura melanoma dello IOV – ed amplia la possibilità di scelta terapeutica per i singoli pazienti trattati rappresentando così un deciso miglioramento del loro percorso di cura».

Altri studi sul melanoma hanno poi visto il contributo dello IOV nel definire i fattori prognostici nella terapia nei pazienti mutati, la qualità di vita nel setting adiuvante e nel setting metastatico, la tolleranza ed efficacia dell`immunoterapia con anti PD1 nei pazienti anziani. «Complessivamente mi sento di affermare che all’ASCO ci si è concentrati su come migliorare i risultati per pazienti con caratteristiche decisamente sfavorevoli e di come incrementare l’efficacia dei trattamenti contenendo la tossicità e personalizzando al massimo i percorsi – è il commento finale di Vanna Chiarion Sileni – Lo sviluppo delle immunoterapie nel nostro ambito rimane la frontiera attuale delle cure innovative. Il trattamento del melanoma richiede risorse e multidisciplinarietà: si stanno attivando sempre nuove combinazioni terapeutiche, ed anche allo IOV saranno testate le sequenze ottimali. Devo dire che torniamo da Chicago soddisfatti e consapevoli di essere parte integrante e attiva di questo processo di ricerca mondiale, raccogliendo sempre nuovi stimoli a persistere nel trovare nuove e sempre più efficaci soluzioni per la salute dei nostri pazienti».

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