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Neoplasie del distretto testa collo

Neoplasie del distretto testa collo

I tumori maligni della testa e del collo rappresentano il 5-6% di tutte le neoplasie, con maggiore incidenza nei paesi del Sudest asiatico e in Africa. Nel mondo registrano vengono riportati circa 600.000 nuovi casi per anno.

In Italia ogni anno si diagnosticano circa 10.000 nuovi casi ed il tasso di incidenza (standardizzato sulla popolazione europea) è di 18-19 casi per 100.000 italiani all’anno; l’incidenza è particolarmente alta in Veneto rispetto alle regioni centrali e meridionali con un tasso di 48 casi per 100.000 negli uomini e 8 casi per 100.000 nelle donne.

Il 90% dei tumori maligni della testa e del collo sono carcinomi squamosi. Il restante 10% è rappresentato da melanomi, linfomi, sarcomi e tumori con diversa istologia; tra questi ultimi sono da ricordare i meno frequenti tumori delle ghiandole salivari.
Sono colpiti più frequentemente gli uomini rispetto alle donne (in una proporzione di circa 6 ad 1) e la fascia di età più colpita è quella compresa tra i 50 ad i 70 anni tranne che per i tumori delle ghiandole salivari, della tiroide ed i sarcomi che compaiono in età più precoce.

Prevenzione

La maggior parte delle neoplasie di questo distretto (circa il 75%) ha una dimostrata correlazione con alcune abitudini di vita come il fumo e l’abuso di alcool. La migliore forma di prevenzione è dunque l’astensione da fumo e alcool. Poiché questi stessi fattori di rischio sono comuni a neoplasie di altri distretti come esofago e polmone, non è infrequente sviluppare seconde neoplasie legate agli stessi fattori di rischio.

Alcune neoplasie sono invece da mettere in relazione ad infezioni virali (papilloma-virus nei carcinomi oro-faringei, virus di Epstein-Barr nei tumori del rinofaringe).

L’infezione da papilloma-virus (HPV) è spesso alla base di neoplasie principalmente a sede tonsillare e alla base della lingua, soprattutto quando non siano presenti altri fattori di rischio (alcool e fumo). Si tratta di neoplasie che compaiono in più giovane età e che sono spesso correlate alle abitudini sessuali (numero di partner, sesso orale). La positività all’infezione da HPV è un fattore prognostico favorevole in rapporto alla maggiore sensibilità di queste neoplasie alla chemioterapia e alla radioterapia in confronto alle forme non HPV correlate.

L’infezione da virus di Epstein-Barr (EBV) ed alcune abitudini alimentari (consumo di pesce e cibi in salamoia) sono invece i principali fattori di rischio per i carcinomi della rinofaringe che, proprio per tale motivo, sono più frequenti in alcune popolazioni, soprattutto nei Paesi Asiatici e nel Nord-Africa.

I tumori che originano dalle cavità nasali e dai seni paranasali sono spesso correlati con il contatto con cromo, nichel e acido isopropilico; soprattutto l’adenocarcinoma di tipo intestinale
dell’osso etmoide ha rivelato un quasi assoluto rapporto eziologico con la lavorazione del legno e del cuoio.

I tumori maligni delle ghiandole salivari rappresentano circa il 3% di tutte le neoplasie del distretto cervico-cefalico e la parotide è la struttura più frequentemente interessata (nel 40-60% dei casi). A differenza delle altre neoplasie del distretto in genere non sussiste una storia di etilismo o di tabagismo.

Sintomi

I segni e sintomi della malattia possono variare in rapporto al distretto primitivo coinvolto e all’estensione della neoplasia. Le neoplasie rinofaringee si possono presentare con ostruzione nasale, epistassi, otite media. La disfonia può essere uno dei primi segni delle neoplasie laringee mentre la dispnea è generalmente sintomo di malattia già localmente estesa.

L’impaccio della parola, la disfagia e l’odinofagia sono più frequentemente sintomi delle neoplasie di cavo orale e faringe. Spesso i pazienti vanno incontro a calo ponderale, talvolta tanto importante da compromettere le condizioni generali e l’applicazione delle più efficaci tecniche di trattamento.

Non è infrequente che talvolta il primo segno riferito dal paziente sia invece la comparsa di una adenopatia in sede laterocervicale o sottomentoniera.

Diagnosi

Se uno o più dei sintomi sopraelencati dovessero persistere nel tempo, il paziente deve rivolgersi al proprio medico di medicina generale, il quale programmerà una visita specialistica
otorinolaringoiatrica (ORL).
La diagnostica si basa principalmente sull’esame clinico con la valutazione endoscopica (rino-faringo-laringoscopia). La fibroscopia ha una duplice funzione dal momento che, oltre a fornire una descrizione macroscopica della neoplasia, consente di eseguire il prelievo bioptico per la conferma diagnostica.

L’estensione locale della malattia deve essere valutata con la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN) del distretto coinvolto e del collo. Anche l’ecografia è utile per lo studio dei linfonodi del collo.
L’eventuale diffusione a distanza della malattia deve essere valutata anch’essa con esame TAC. La PET, associata alla TAC (con o senza mezzo di contrasto) o associata alla RMN con gadolinio può fornire indicazioni aggiuntive.

Cura

La valutazione iniziale del paziente con tumore della testa e del collo deve essere multidisciplinare e deve coinvolgere il chirurgo, il radioterapista e l’oncologo medico; è bene che anche altre figure professionali quali il nutrizionista, il gastroenterologo, il logopedista ed il terapista antalgico siano coinvolti nella gestione di questi pazienti per contribuire a prevenire o per trattare le complicanze dei trattamenti. Data la complessità delle cure è bene che i pazienti vengano gestiti in strutture adeguate e da un team di esperti.

Di norma, allo IOV, i pazienti con una diagnosi di neoplasia della testa o del collo, una volta completata la stadiazione della malattia vengono valutati in un ambulatorio multidisciplinare al
fine di programmare il percorso terapeutico più adeguato. Nell’ambulatorio, oltre al chirurgo, al radioterapista e all’oncologo intervengono altre figure di supporto, come lo psicologo ed il
logopedista al fine di assicurare la completa presa in carico del paziente.

La scelta del trattamento dipende dalla sede del tumore primitivo, dalla sua estensione, dalle condizioni di salute generali, dai risultati estetici e funzionali secondari al trattamento proposto e, in alcuni casi, dalle preferenze del paziente.

I trattamenti possono essere gravati da effetti collaterali che si possono manifestare in corso del trattamento stesso o a distanza di tempo. Per tale motivo gli specialisti coinvolti nel gruppo multidisciplinare si prendono cura anche delle tossicità durante e dopo il completamento delle cure.

Il miglioramento delle tecniche di trattamento di questi ultimi anni ha contribuito a determinare sia maggiori probabilità di guarigione che il contenimento degli eventi avversi legati alle cure.
Le moderne tecniche di radioterapia oggi sono gravate da minori effetti collaterali rispetto al passato, come per esempio la secchezza della bocca dovuta alla minore produzione di saliva.
Mentre in passato risultava pressoché inevitabile compromettere la produzione di saliva da parte delle ghiandole salivari, ora è possibile – sebbene non per tutti i casi – risparmiare le parotidi e quindi minimizzare tale effetto collaterale. Una salivazione adeguata comporta una minore probabilità di infezioni del cavo orale, diminuisce il rischio di problematiche dentarie e garantisce una migliore qualità della vita non solo durante il trattamento ma anche al termine dello stesso.

L’introduzione di nuovi farmaci, fra cui i farmaci immunoterapici, ha consentito di ampliare l’armamentario terapeutico disponibile nelle diverse fasi di malattia.

Follow-up

La pianificazione delle visite di controllo dipende dalla malattia iniziale, dalle caratteristiche del singolo individuo, dai trattamenti eseguiti e dalle tossicità ad essi correlate.
Le visite di controllo sono più ravvicinate nei primi due anni dalla fine del trattamento primario per poi diradarsi e arrivare a cadenza annuale al completamento del 5° anno. Poiché a causa degli stessi fattori di rischio è possibile lo sviluppo di nuovi tumori sia nel medesimo distretto che al di fuori di esso, il follow-up viene proseguito fino al completamento del 10° anno.

Allo IOV è sempre l’ambulatorio multidisciplinare a eseguire le visite periodiche di controllo, effettuando l’esame endoscopico e prescrivendo le eventuali indagini diagnostiche (ecografia, TAC, risonanza magnetica etc).

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