stemmacolore
Cerca

ESMO 2023: GLI ONCOLOGI DELLO IOV PRESENTANO A MADRID I LORO STUDI SUI TUMORI NEUROLOGICI, MAMMARI, POLMONARI E COLORETTALI

ESMO 2023: GLI ONCOLOGI DELLO IOV PRESENTANO A MADRID I LORO STUDI SUI TUMORI NEUROLOGICI, MAMMARI, POLMONARI E COLORETTALI
Ricerca

Si è svolto dal 20 al 24 ottobre a Madrid il congresso annuale della European Society of Medical Oncology (ESMO) che, come di consueto, ha visto una nutrita partecipazione di professionisti dell’Istituto Oncologico Veneto, anche in veste di relatori sui risultati di importanti studi sperimentali condotti nel nostro istituto. Ecco una sintesi dei principali contributi presentati.

I RISULTATI DEGLI STUDI DELL’EQUIPE DI NEURO-ONCOLOGIA DELL’UOC ONCOLOGIA 1

L’UOC Oncologia 1 (direttore f.f. la Dott.ssa Antonella Brunello) era rappresentata a ESMO in particolare dall’equipe di neuro-oncologia. Il Dott. Giuseppe Lombardi, responsabile del gruppo, ha presentato lo studio osservazionale REGOMA-OS. SI tratta del più grande studio osservazionale, prospettico per la valutazione dell’efficacia e della tossicità del regorafenib in un setting di pratica clinica, dati prima di ora non disponibili. Sono stati analizzati i dati di 190 pazienti affetti da recidiva di glioblastoma in 28 centri italiani, dimostrando risultati simili in termini di sopravvivenza a quelli dello studio REGOMA, con una minore tossicità.

La Dott.ssa Giulia Cerretti ha illustrato uno studio sull’attività della terapia di precisione in pazienti con glioblastoma trattati presso lo IOV con terapie target mirate verso specifiche alterazioni genetiche. Lo studio conclude che alcune terapie target quali anti-BRAF confermano la loro efficacia in questa popolazione mentre terapie anti MET, anti ROS, anti FGFR e anti-NTRK hanno mostrato risultati interessanti ma necessitano di ulteriori approfondimenti.

Lo stesso gruppo ha, inoltre, predisposto un poster con i risultati dell’efficacia di bevacizumab in pazienti affetti da meningioma recidivato. È stata dimostrata una buona efficacia di tale trattamento in termini di progressione di malattia e di sopravvivenza. Sono in corso analisi molecolari per valutare eventuali mutazioni associate ad una migliore efficacia del trattamento stesso.

I CONTRIBUTI DEGLI SPECIALISTI DELLE NEOPLASIE MAMMARIE E POLMONARI DELL’UOC ONCOLOGIA 2

Al congresso erano presenti diversi professionisti dell’UOC Oncologia 2, diretta dalla Prof.ssa Valentina Guarneri. Guarneri, membro del comitato scientifico ESMO per il tumore della mammella in stadio precoce, ha partecipato in qualità di Chair e contribuito con una presentazione orale nell’ambito di un simposio sulle controversie nel trattamento del tumore della mammella triplo negativo in stadio precoce. Ai tumori della mammella in stadio precoce erano dedicati anche vari poster con coautrice la Prof.ssa Maria Vittoria Dieci nell’ambito di progetti di ricerca multicentrici.

La Dott.ssa Gaia Griguolo è stata prima autrice del poster relativo a un progetto sulla identificazione di predittori di radiomica in pazienti affette da neoplasia della mammella HER2 positiva con metastasi cerebrali.
La Dott.ssa Federica Miglietta ha partecipato con una presentazione orale relativa a un progetto multicentrico di ricerca traslazionale finalizzato ad integrare la valutazione dei linfociti infiltranti il tumore con il Recurrence Score (basato sul test genomico Oncotype Dx) in pazienti affette da neoplasia della mammella in stadio precoce a recettori ormonali positivi/ HER2 negative.

La Dott.ssa Giulia Pasello, membro del comitato scientifico ESMO per il tumore al polmone non a piccole cellule metastatico, ha partecipato in qualità di Poster Chair e prima autrice di due poster relativi al progetto “Biomarcatori circolanti in pazienti trattati con ATezolizumab + chemioterapia nel carcinoma polmonare esteso a piccole cellule”. Lo studio, cofinanziato da fondi “Biopsia liquida” IOV e svolto in collaborazione con i laboratori del Prof. Stefano Indraccolo (responsabile della UOSD Oncologia di baste sperimentale e traslazionale) e del Prof. Vincenzo Ciminale (UOC Immunologia e diagnostica molecolare oncologica, diretta dal Prof. Antonio Rosato), ha evidenziato possibili biomarcatori circolanti predittivi di risposta al trattamento con chemio-immunoterapia nel tumore del polmone a piccole cellule.
La Dott.ssa Pasello ha anche partecipato alla presentazione orale “Challenge your expert” sulle migliori opzioni di trattamento in prima linea nei pazienti affetti da tumore del polmone con positività del riarrangiamento del gene ALK e alla presentazione orale “Highlights” del congresso per la sezione NSCLC metastatico. È stata, inoltre, coautore della presentazione orale relativa allo studio multicentrico sul trattamento integrato chemioterapia + farmaci antiangiogenici nei carcinomi del timo in stadio metastatico, nonché coautrice di tre ulteriori poster.

La Dott.ssa Laura Bonanno, infine, è stata prima autrice di un poster relativo allo studio REM che si propone di rilevare meccanismi di resistenza attraverso biopsia liquida all’inibitore di EGFR osimertinib nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule EGFR mutato.

UOC ONCOLOGIA 3: CON LA BIOPSIA LIQUIDA SI POTRÀ PERSONALIZZARE IL TRATTAMENTO POST-CHIRURGICO DEL TUMORE AL COLON. I PRIMI RISULTATI DELLO STUDIO PEGASUS

Nel corso di ESMO 2023 sono stati presentati i primi risultati dello studio clinico PEGASUS, promosso dall’istituto IFOM-ETS e sostenuto da AIRC, in uno sforzo corale che ha visto impegnati, con il coordinamento di Silvia Marsoni di IFOM, 11 team di oncologia medica italiani e spagnoli, tra cui quello dell’Istituto Oncologico Veneto. È stata proprio la Dott.ssa Sara Lonardi, direttore f.f. dell’UOC Oncologia 3 e responsabile clinica dello studio, a presentare PEGASUS al congresso di Madrid.
Obiettivo dello studio era dimostrare come la biopsia liquida possa essere utilizzata per personalizzare la terapia post-chirurgica nei pazienti affetti da carcinoma del colon operabile di stadio III e II ad alto rischio, massimizzando l’efficacia della chemioterapia e minimizzandone gli effetti collaterali.

«Circa un terzo dei pazienti con tumori operabili del colon allo stadio III – spiega Silvia Marsoni di IFOM, ideatrice e coordinatrice dello studio PEGASUS – é a rischio di recidiva dopo la chirurgia a causa della presenza di micro-metastasi che purtroppo le tecniche radiologiche attualmente a disposizione non riescono a rilevare. Per prevenire le recidive, oggi pressoché tutti i pazienti sono sottoposti dopo l’intervento a chemioterapia adiuvante. Allo stato attuale non avendo sinora avuto un o strumento adeguate per misurare la malattie microscopia residua, non tutti traggono beneficio da questa adiuvante, e soprattutto vengono trattati anche pazienti che non ne avrebbero bisogno».

PEGASUS é uno dei primi studi prospettici di biopsia liquida, una nuova tecnologia capace di rilevare la presenza di DNA tumorale circolante (ctDNA) nel sangue dei pazienti dopo la chirurgia. Lo studio testa la fattibilità di utilizzare questa metodica per seguire il decorso della malattia e guidare le scelte terapeutiche. «PEGASUS prevede un trattamento di chemioterapia post-chirurgica differenziato in base ai risultati di una biopsia liquida fatta circa quattro settimane dopo l’asportazione chirurgica del tumore primario – spiega la Dott.ssa Sara Lonardi – Con biopsia liquida positiva i pazienti ricevono una chemioterapia adiuvante standard (la stessa usata ad oggi per il trattamento di tutti i tumori del colon a stadio III e stadio II alto rischio), cosiddetta CAPOX, un regime a base di capecitabina e oxaliplatino molto attivo contro il cancro del colon ma che può dare tossicità neurologica acuta e cronica in una percentuale consistente di casi. Con biopsia liquida negativa, invece, i pazienti ricevono una terapia più leggera che prevede la somministrazione della sola capecitabina a scopo cautelativo. L’analisi della biopsia liquida viene effettuata più volte nel corso del trattamento e successivamente durante il follow-up del paziente, come strumento per rivelare un’eventuale resistenza innata del tumore alla terapia e guidare la rimodulazione del regime chemioterapico e l’impiego di un trattamento più aggressivo a base di FOLFIRI».

Tra luglio 2020 e luglio 2022, nel pieno della pandemia COVID19, sono stati reclutati e inclusi nello studio 135 pazienti da 11 centri oncologici in Italia e in Spagna. La biopsia liquida post-chirurgica è risultata positiva in 35 pazienti su 135 (26%), di cui 12 (34%) hanno avuto una recidiva, mentre solo nel 10% dei restanti 100 pazienti con biopsia liquida negativa, la malattia si è ripresentata. I dati sulla negativizzazione dei parametri di biopsia liquida durante e alla fine di tutti i trattamenti somministrati nell’ambito del protocollo, suggeriscono un’efficacia globale della terapia del 40%. Questi risultati, se saranno confermati da quelli dei diversi studi internazionali in corso che prevedono anche un confronto diretto con la terapia standard, potranno contribuire da un lato a modificare le linee guida per il trattamento del cancro del colon operabile, riducendo o eliminando del tutto la terapia adiuvante nei pazienti con biopsia liquida negativa, e dall’altro a personalizzare la chemioterapia in caso di mancata risposta molecolare.

Facebook
Twitter
LinkedIn

Categorie

Torna in alto