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Tumore stromale gastrointestinale (GIST)

Tumore stromale gastrointestinale (GIST)

I tumori stromali gastrointestinali (GIST) rientrano nella categoria dei sarcomi dei tessuti molli e sono assimilabili a sarcomi che hanno origine nel tratto digerente dall’esofago all’ano.

L’insorgenza dei GIST è collegata a una specifica alterazione nel DNA che comporta l’attivazione costante di un enzima, un recettore chiamato KIT, responsabile dell’invio di segnali di crescita e di sopravvivenza che partono dalla membrana e arrivano all’interno della cellula. Se il KIT è attivato, la cellula rimane viva e cresce o prolifera anche quando normalmente non lo farebbe.

Grazie alla comprensione del meccanismo di trasformazione tumorale che sta alla base del GIST, sono state trovate nuove terapie molecolari mirate, che agiscono direttamente sull’enzima alterato “spegnendone” l’attività e bloccando, quindi, la proliferazione incontrollata delle cellule.

Il GIST è un tumore raro. Si stima che l’incidenza annuale della malattia sia pari a 1-1,5 nuovi casi ogni 100 mila abitanti; si ritiene che ogni anno 600-900 persone in Italia possano sviluppare un GIST.

Prevenzione

Non esistono fattori di rischio propriamente detti per i tumori stromali del tratto gastrointestinale: solo raramente i GIST si sviluppano in presenza di condizioni predisponenti, tra i quali vi è una rara sindrome detta Neurofibromatosi di tipo 1 (NF1). Circa il 30 per cento delle persone affette da NF1 tende a sviluppare un GIST.

Sintomi

I GIST nascono nella parete del tratto gastrointestinale per cui in stadio precoce sono asintomatici. Negli stadi più avanzati i GIST possono manifestarsi attraverso diversi segni:

  • una massa nell’addome, che può diventare palpabile o visibile e dare luogo a sintomi addominali, quali dolori o disturbi intestinali, a volte vaghi, altre volte collegati alla compressione degli organi vicini;
  • un sanguinamento gastroenterico dalla bocca o dal retto o peritoneale. In questi casi si può sviluppare un quadro acuto che richiede un intervento d’urgenza;
  • sanguinamenti minori, con conseguente possibile anemia.

In alcuni casi il GIST viene rilevato incidentalmente a seguito di un esame, per esempio un’endoscopia, o di un intervento chirurgico, eseguiti per altri motivi. Spesso si tratta di GIST molto piccoli, facilmente a minore rischio di esiti gravi.

Diagnosi

Per la diagnosi corretta di GIST è essenziale l’esame istologico che deve determinare la presenza dell’enzima KIT.

Cura

La chirurgia rappresenta il trattamento principale per la malattia localizzata. L’obiettivo della chirurgia è la rimozione completa di tutto il tumore visibile. Essa può rivelarsi risolutiva in più del 50 per cento dei casi. A seconda del grado di rischio di recidiva, che può essere stimato dopo l’intervento chirurgico, è possibile venga somministrata una terapia adiuvante con Imatinib per un periodo di tre anni.

Per trattare i casi in cui il GIST si presenta in prima diagnosi inoperabile si utilizza l’Imatinib a scopo neo-adiuvante, per ridurre la massa e, di conseguenza, agevolare e aumentare l’efficacia della chirurgia, in alcuni casi rendendola anche meno demolitiva. Per il trattamento dei pazienti con GIST inoperabile e/o recidivato l’Imatinib è indicato fino all’eventuale progressione della malattia.
Altri farmaci impiegati nel trattamento della malattia sono, a seconda dei casi, il Glivec, il Sutent e il Regorafenib.
Altre opzioni per trattare i GIST metastatici, sono la chemio-embolizzazione epatica e l’utilizzo di termo-ablazione con radiofrequenza.

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